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      CASTIGLIONE, Cortigiano, p. 40.
     
      Gran desiderio universalmente tengon tutte le donne di essere, e quando esser non possono, almeno di parer belle.
      CASTIGLIONE, ibid. pag, 41.
     
      Ma chi non sente la dolcezza delle lettere, saper anco non può quanta sia la grandezza della gloria.
      ID. Ibid. Pag. 44.
     
      Che chi non è assueto a scrivere, per erudito ch'egli sia, non potrà mai conoscere perfettamente le fatiche, et industrie de' scrittori, né gustar le dolcezze et excellentie degli stili, et quelle intrinseche avertentie che spesso si trovano negli antichi.
      ID. Ibid. Pag. 44.
     
      Molti anzi infiniti son quelli che manifestamente comprendono essere adulati, e pur amano chi li adula.
      ID. Ibid. Pag. 45.
     
      Molte altre cose spesso infiammano gli animi nostri, oltre alla bellezza, come i costumi, il sapere, il parlare, i gesti, et mill'altre cose, le quali però a qualche modo forse esse ancor si poriano chiamar bellezza.
      ID. Ibid. Pag. 51.
     
      Perché niun male è tanto malo, quanto quello che nasce dal seme corrotto del bene.
      ID. L. II, pag. 56.
     
      Allora (ai tempi del duce Borso e del Piccinino) piacea l'andar in giornéa, colle calze aperte, e per esser galante portar tutto dí un sparviere in pugno, ballar senza toccar la mano della donna, ed usar molti altri modi, i quali, come or sarieno goffissimi, allor erano prezzati assai.
      ID. Ibid. Pag. 56.
     
      Cessino adunque di biasimar i tempi nostri come pieni di vitii, perché levando questi leveriano ancor le virtú.
      ID. Ibid. Pag. 57.
     
      A tristitia enim festinat mors, et cooperit virtutem, et tristitia cordis flectit cervicem


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





Cortigiano Borso Piccinino