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      Il Risorgimento dice che la cosa piú importante è l'unione; e lo diciamo anche noi, lo diciamo di cuore. Ma sia unione di operosi; che altrimenti, anche gli scheletri sono uniti, nei cimiteri! Il Risorgimento dice che è lo scopo a cui dobbiamo tendere; e dice bene, benissimo, sacrosantamente. "E chi vuole", egli aggiunge, "uno scopo grande e finale dee volere tutti gli scopi minori e intermediarii nella via a quello". Per verità, noi non credevamo che queste parole fossero un esordio per dir male di chi domanda la guardia Civica; non credevamo che vi fosse logica cosí strana al mondo, che dalla sentenza citata potesse dedurne quest'altra: "Noi riassumeremo quel parer nostro, che ci è fatto lecito e legale dalle concessioni di S. M. ... confortando il popolo, ogni frazione del nostro popolo, ogni qualità di governati, a lasciare questa questione dilicata, difficile tra noi, della guardia Nazionale, intieramente, assolutamente al governo", che è quanto dire a non parlarne piú. Noi da uno stesso principio ne deduciamo un'opposta conseguenza. Conveniamo con lui che chi vuole il fine vuole i mezzi; conveniamo che nostro scopo sia l'indipendenza; ma crediamo che uno dei mezzi, anzi l'unico mezzo per conquistare l'indipendenza, sia il preparar pronte ad agire tutte le forze Nazionali, non pel domani, ma pel giorno della necessità.
      Quanto ai motivi per cui fu arso il primo foglio del Risorgimento, noi ci limiteremo ad accertarlo che non fu per nessuna delle parole riferite nel suo ultimo numero.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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