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      Il contegno dei socii fu dignitoso quant'altro mai: essi accorsero in tal numero, che gli armati si ritirarono; dopo di che il presidente De-Boni aprí la seduta, che procedette calma e severa. Noi notiamo con orgoglio quest'atto di coraggio civile dei nostri concittadini.
      Ci vien detto che, terminato il Circolo, molti monelli, condotti non si sa da chi, si recassero sotto il quartiere del battaglione Real Navi, gridandogli parole d'ingiuria. Noi siamo profondamente dolenti ed offesi di quest'insulto fatto ai nostri fratelli della milizia, ai prodi di Lombardia; tanto piú che al battaglione Real Navi non si può imputare il tristo errore d'una ventina d'individui, sedotti da insinuazioni che è facile indovinare donde partano. Anzi il vedere quanto poco numero arrendevole trovò nella milizia chi voleva farne strumento di raggiri, di sangue, ci accresce sempre piú la stima e l'amore che noi nutriamo per lei. Non vi sono nella nostra milizia che due, circa, dozzine d'individui, su cui (e anche su queste piú per errore che per colpa) possano contare le bieche arti della polizia; gli altri tutti sono soldati prodi in campo per valor militare, generosi nella pace per virtú cittadina e sentimenti nazionali. Dicevamo, sono pochi giorni: "È cessato il tempo in cui i soldati erano macchine, che si fermavano, si moveano, faceano di tutto, anche il boia, secondo piaceva a chi li pagava o bastonava: ora i soldati sono cittadini armati, che non intendono per niente di aver venduto il cuore, e l'anima loro.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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