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      No, niuna speranza in lui.
      Ma che ci deve importare di lui? Noi guardiamo la cosa un po' piú d'alto. Che sono questi bassi raggiri? Potranno essi arrestarci dal volgere lo sguardo là ove veramente si deve decidere delle sorti nostre? Potrà la causa della nostra indipendenza andar perduta? No, questa non è piú affidata alle armi regie; questa, ora, è in mano del popolo.
      Italiani! Un'insurrezione Lombarda era un desiderio, una speranza; ora è un fatto, un fatto che bisogna aiutare con tutte le forze, un fatto in cui tutto quanto è riposto, un fatto del quale se non profittiamo, siamo disonorati, perduti.
      Italiani, in Lombardia!
      TUMULTI E PROTESTEIN GENOVA, SUL FINIR DELL'OTTOBRE 1848
     
      Ieri(177) erano affissi alle cantonate molti cartelli col motto "Viva la Costituente Italiana". Verso mezzogiorno la Polizia inviava a strapparli i suoi agenti, a cui ci spiacque molto vedere unite pattuglie di milizia sí regolare che cittadina. Il popolo gli accolse a fischi, obbligandoli a rifugiarsi al palazzo Ducale.
      Alla sera ebbe luogo una dimostrazione, in favore della Costituente, della Guerra Lombarda, e contro il Ministero. Giunta la folla innanzi al Quartier generale della Guardia Nazionale, fu arringata dal signor maggiore, avv. Nicola Federici e dal generale Lorenzo Pareto. Le loro parole furono accolte con disapprovazione: anzi, ci vien detto che da alcuni si facesse qualche tumulto innanzi alla porta del quartiere. Ad un tratto si videro partir delle fucilate dalla. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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