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      Al potere esecutivo che si formerà nel suo seno, toccherà l'organizzare e rendere omogenei e compatti questi preziosi elementi vitali, in una guerra nazionale. Ed oltre ciò la Costituente disporrà súbito di un nerbo di truppa regolare, il quale, mentre ora diviso è poca cosa, allora unito costituirà una forza militare, la cui importanza non potrebbe in niun modo rivocarsi in dubbio.
      Le provincie in cui la Costituente è piú accettata, che invieranno subito rappresentanti, che hanno maggiori doveri e interessi a ciò, sono la Toscana, lo Stato Romano e Venezia. Queste provincie, le quali costituiranno una unità morale, debbono provvedere a costituire una unità militare. E una bella iniziativa prese a tal proposito Venezia: il colonnello Fabrizi è incaricato di trattative a tal uopo presso i governi di Toscana e di Roma. Il suo piano è accennato nelle seguenti parole dell'Alba:
      La Toscana, lo Stato Romano e Venezia, tanto nel caso di un'invasione nemica, come nel caso in cui si rompesse per parte nostra la guerra dell'indipendenza, sono chiamate dalla loro militare posizione ad operare di accordo comune, se vogliono avere probabilità di riuscita. Noi vorremmo quindi che si stabilisse fra loro una linea di difesa comune, un progetto di offesa parimente comune, in una parola un piano comune di operazioni strategiche, per cui le forze militari dei varii stati, tutte solidarie fra loro, potessero sotto una mente direttiva comune combinare i loro movimenti, sí nel caso di attacco portato che di attacco subíto.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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