Pagina (313/446)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nell'Eurialo e nel Pallante, e in altrettali potrà alcuno scorgere i vestigj di Omero; la Didone è creazione del Mantovano.
      Bella prova dei fonti di Poesia ci sono questi luoghi, ove è tanta bellezza, quanta verità ed innocenza di affetto. Dico verità ed innocenza, e parrà forte a chi vegga negli esempj citati la Didone. Né noi certo la scuseremo di cosa, di che ella chiamasi in colpa: ma oltreché, se la Didone è alta tragedia, dee pur levarsi a piú sublime amore che di sensi, non avendo amore bellezza di poesia se non come rivelazione e mistero, l'innocenza dell'affetto, che rattiene in Elisa e combatte l'amore, dà al poeta i tocchi piú delicati e i piú vaghi colori del quadro. Quel pudore non basta a salvare la misera; ma come le è caro, com'ella lo ama, e di lui si adorna, e caduta lo piagne! Né le smanie disperate di Elisa hanno dignità e altezza tragica, se non dall'affetto che compresso rimbalza e guida a quel Vero, di cui il dolore dà all'anima tanta fede. La misera tradita ne appella al cielo e imprecando al Troiano riesce maravigliosamente poetica, non, credo io, per la rabbia impotente d'uno sfogo disperato, ma perché la storia veste quelle parole di lume profetico, e le vedi dopo lunghi secoli piovere in fiamme sui nipoti del fuggitivo, onde la storia splende alla sua volta in nuova luce. Degli altri luoghi non occorre far parole, la poesia essendo in essi canto del cigno.
     
      Si pongono qui per maggior facilità i titoli delle parti singole, in cui versa il saggio.
      Didone.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





Eurialo Pallante Omero Didone Mantovano Poesia Didone Didone Elisa Elisa Vero Troiano