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      Con piú ragione che gli altri può adunque egli dirsi Poeta di verità e di amore; io dico di quell'amore e verità che sono vita delle arti. Di qual tempra infatti fosse l'amore di Dante, per le parole citate, e per gli effetti che nella Vita Nuova di lui si narrano, è manifesto. Ad un animo poi cosí naturato e di alti studj nudrito, le cose fisiche e morali, i casi della vita, le memorie, i desiderj, erano materia di quella bellezza di poesia, che quasi sempre nel Dante è altezza di concetto, o delicata verità di sentimento. E giova pure ripeterlo: Dante, quando canta di vena, è poeta sempre; la patria, l'amore, la fede, gli dettano versi che non furono pareggiati mai. Religione ed amore si contemperano in quell'anima sdegnosa a dolce melanconia, e ora gli rivelano segreti ineffabili; ora gli dànno come un nuovo senso dell'armonia di natura coll'anima, senso delicato e profondo, che desideri negli antichi, e trovi rado nella scuola moderna, che di lui si gloria; ora gli temperano in numeri divini le parole di umile confessione, di preghiera, di fede, sicché l'altissimo canto muove da nuova Musa. Ma il poeta sommo era (con pace de'suoi adoratori) era pur uomo; né uomo visse mai tanto grande, che fosse al tutto singolare dalle opinioni del suo tempo. Fioriva di que' giorni nelle scuole la dialettica; fioriva il gusto delle allegorie; questo e quella con sicurezza d'imperio, pericolosa agli ingegni piú retti. Se talvolta nella Commedia si desidera l'evidenza, la grazia, l'affetto di Dante, ad esse la colpa.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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