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      Procedutosi senza indugio alla apertura, presenti tutti gli intervenuti, vi si trovò un cadavere, mancante della gamba sinistra. Aveva ancora poca barba sul mento, e qualche capello.
      Tolto per tal guisa ogni dubbio sull'identità del soggetto, domandai se potevasi consegnarmelo, e mi fu risposto doversi in antecedenza ottenere l'autorizzazione del Cardinale Vicario. Feci allora ricoprire la cassa, e riposta sul cavo la pietra, dichiarai a que' signori che sarei in breve ritornato, dovendo uniformarmi alle decisioni che prenderebbe la famiglia dell'estinto.
      A questa, rispondendo alla contessa Roberti, feci súbito conoscere il risultato delle mie indagini, domandando istruzioni sul da farsi. Niuna risposta ebbi mai, e la Roberti mi assicurò in séguito di averla piú volte provocata...(194) Mi fu forza rinunziare a qualunque ulteriore pratica. Seppi in séguito che il cadavere del mio amico, per iniziativa d'altri, era stato con solenne dimostrazione trasportato al Campo Verano, e deposto in un'area gratuitamente concessa dal Municipio Romano.
      Ricordo che nelle lunghe ore de' suoi patimenti, Mameli amava leggere romanzi francesi; di preferenza quelli di George Sand. Era di statura media, gentile nei modi, di fisonomia dolce e severa al tempo medesimo, le cui linee ricordavano quelle del Nazareno.
      Cosí il Doria nella sua relazione, mandata il 5 settembre 1885 da Bevagna, ove erasi ritirato a vivere. Nella lettera con cui accompagnava lo scritto, ne accennava un altro antecedente, che riteneva smarrito.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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