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      Il morale era disposto all'operazione; ma non era piú possibile discutere il luogo d'amputazione. Al di sotto del ginocchio non lo permetteva la lesione primitiva con frattura dell'osso, l'infiltramento marcioso, la mancanza di carne per un manichetto ed un lembo regolare, rimanendo soltanto un po' di polpaccio. Prevalse il mio parere, con Burci ed altri che s'arresero; Baroni, incertissimo, batteva or di qua or di là. Ugliosi sostenne per poco l'amputazione, a' lembi, resezione al di sotto; poi si arrese. L'amputazione al terzo superiore della coscia fu fatta bene dal Baroni; l'ammalato perdé pochissimo sangue; il moncone si riuní bene traversalmente. Fu fatta la prima medicazione al terzo giorno, a sera, perché v'era suppurazione abbondante (22 giugno). Soffrí poco alla prima medicazione: non si staccarono le liste che un pochino, per lasciar colare liberamente il pus. La febbre di reazione in questi tre giorni era stata misurata; gradita la bevanda ghiacciata. 23, febbre; 24, dolore e gonfiore della coscia sino al moncone; 25, fa un po' di disordine dietetico. La febbre si fe' piú ardita, crebbe la sete, venne un po' di smania. I sudori erano sempre abbondanti; il polso mantenevasi contratto, e non sempre udivasi facilmente. 26, parvemi di notare qualche differenza nel respiro; il ventre si affaticava piú del petto. Gli prescrissi dell'ananas e rinfrescanti, brodo, se ne appetiva; ma non ne voleva. Il moncone si disenfiava, si faceva molle. La suppurazione abbondante e buonina.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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