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      La notte 1-2 fu meno inquieta; ma alle 9 è preso da grave accesso di freddo, che si ripete alle 3 pom.; grave indizio! Poi sudore profuso, polso morto, lingua asciutta, testa calda, moncone meno munito di marcia, pallido assai: sono cessati i dolori all'inguine; il ventre è un po' tumido. 3; la febbre è viva ancora assai, la testa agitata. Passa discretamente la notte senza delirio, è piú contento la mattina del giorno appresso. Ebbe però ancora qualche accesso, e piú tosto sensazione febbrile, che perde coprendosi molto; ma la febbre ricomincia, si fa piú frequente; è dimagrato ancor piú; vuole vino, ma non lo trova buono; è inquieto assai; bagni freddi al capo, che accusa pesante, con qualche capogiro. La notte sub-delirio. Vuole essere trasportato di letto; lo si contenta; l'esaltamento è grande; si aiuta da sé al trasporto; non si abbatte. Di poi chiede di suo padre, che crede in sogno aver saputo in Roma, e a cui voleva chiedere scusa di un errore suo. Vede Adele. Alla sera mi fa un lungo racconto de' suoi mali, troppo dettagliato e particolare, perché fosse di mente tranquilla. Teneva però il filo delle sue idee. Mi chiedeva di tanto in tanto se mi stancasse, con un viso, con un occhio vivissimo, irrequietissimo.
      Alla sera stessa, alle dieci ore, sono chiamato, perché delira gravemente. Ha l'occhio fisso, la testa calda, polso febbrile, ma piano assai. È una scena orribile e pietosa lo stato di quella mente. Ordino bagni freddi al capo e sanguisughe dietro l'apofisi mastoidee.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





Roma Adele