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      E forse egli stesso è tutt'uno cogli "amici" a cui si accenna in una nota, appena indicato il metodo di stampa delle poesie Mameliane: "Dopo scritte queste parole, venne a nostra notizia che parecchi amici del Mameli in Genova conservavano alcune copie della prima edizione, nelle quali per lor cura si trovavano restituiti alla vera lezione tutti (?) quei passi che in quella stanno travisati o monchi, e qualche volta del tutto inintelligibili. Essi tennero altresí nota dell'ordine secondo cui il Mameli stesso intendeva di stampare i proprj versi. Noi siamo lieti di poter rendere pubblicamente grazie a questi cortesi ed affezionatissimi del Mameli, i quali si prestarono volonterosi a tutte le nostre ricerche, e ci posero in grado di dare al pubblico una ristampa, la quale, e per le correzioni fatte e per l'ordine tenuto, l'autore stesso non disdirebbe vivente". Un po' troppo, per verità.
      (19) Da una lettera inedita, scritta dopo la caduta di Roma.
      (20) Qui l'editore del 1850 appone la nota: "Non aveva che 20: ci permettiamo di correggere l'inesattezza appunto perché prevista dall'Autore delle presenti linee". Noi per maggiore esattezza soggiungeremo che il Mameli vide la prima volta Giuseppe Mazzini a Milano nell'aprile del '48. Nel taccuino rosso di Nino Bixio si legge alla data del 17 aprile: "Mameli... mi comunica una lettera di Mazzini colla quale lo chiama a Milano. Mameli parte, ed io rimango colla compagnia". Nato il 5 settembre 1827, Goffredo Mameli aveva a mezzo aprile del '48 oltrepassati di sette mesi i vent'anni.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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