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      Parlò in quella occasione per tutti i compagni Gerolamo Boccardo, il futuro principe degli Economisti italiani. Quanto all'inno "Dio e il Popolo", l'edizione del 1850, nel secondo verso del ritornello, reca il soldatesco "Dio si mette alla sua testa" forse sulla fede di qualche copia errata dell' inno. Nei manoscritti di Goffredo è chiaramente e ripetutamente "Dio combatte" che ha sapor biblico, in tutto conforme agli studi che sulla Bibbia andava facendo il Poeta. Anche la edizione Tortonese ha la più giusta lezione "Dio combatte", e dobbiamo lodarla di ciò.
      Nel foglio volante su cui si legge il primo abbozzo di quest'inno son quattro versi accantonati in alto, e che all'inno non appartengono, ma che illustrano la prima strofa di questo, ricordando le fiammate fatte in quell'anno di monte in monte per tutta la catena degli Appennini, ripetendo ciò che nella vigilia del 10 dicembre 1846, avevano già fatto i Popoli delle Romagne:
      De' nostri monti ai vertici,
      Come comete ardenti,
      Ignee colonne ondeggianoAll'aleggiar dei venti.
      (74) Infatti il centenario, a rigore di termini cronologici, ricorreva il 10 dicembre del 1846. E già nel 1846 (8 settembre) c' era stata, coll'intervento di gran parte degli Scienziati italiani, radunati in Genova a Congresso, una visita solenne della cittadinanza in Portoria, sul luogo dove il 5 dicembre 1746 si era affondato il famoso mortaio austriaco, e non erano mancati i giuramenti, né le acclamazioni entusiastiche. Per questo famoso centenario si veda l'Appendice XI: Le Feste Genovesi del Balilla.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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