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      Dal non essere questo titolo nel manoscritto, mi licenzio a metterne un altro, che mi pare piú artistico, offerto com'è dalle stesse parole del Poeta al cominciamento d'ogni strofa. La data, come appare dal fatto della fuga del Papa da Roma, è da recarsi allo scorcio del novembre 1848.
      (82) Non ha data nel foglio separato ove ne leggo l'apografo; e neanche nella edizione del 1850. E forse è da ascriversi alla primavera del '48. Ma accenna ad una partenza verso la morte, e s'intitola l'ultimo Canto. Sia tale, come pensò Goffredo, e come volle il destino.
      (83) Dal quaderno del 1846 "Un po' di tutto", e da una copia, certamente ricavata da un altro esemplare del Poeta.
      (84) Senza titolo, in un gran foglio volante, che contiene anche i pochi versi del Frammento III. Il componimento si vede non finito, né ritoccato, essendosi il Poeta contentato di gittar sulla carta la prima idea, insieme col metro di cui voleva vestir la leggenda. E par d'intendere che quando il cavaliere giungerà al ritrovo desiderato, troverà morta la dama, al cui funerale ha anticipatamente assistito in quella lugubre apparizione notturna.
      (85) Questi versi dovevano servir forse all' ultima scena del Paolo da Novi, nel rifacimento che Goffredo non condusse a termine.
      (86) Dal secondo quaderno di Letture ed Appunti del 1845; e forse doveva entrare nel carme finito più tardi, intitolato "R. R. di F.".
      (87) Hours of Idleness. Goffredo ha imitato dalla versione francese di Amedeo Pichot (Oeuvres de Lord Byron, Paris 1836), con molta libertà, raccorciando e variando.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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