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      Vedi l'Appendice: Un'edizione non fatta.
      (105) Manca il verso, che forse avrebbe recata la finale Senna, per la necessità della rima.
      (106) Primo getto, come dicemmo altrove, esponendo anche le ragioni che ci consigliarono di pubblicarlo. Noteremo qui che Goffredo, imitando il costume dell'Alfieri (e si può soggiungere del Metastasio) aveva disegnato di stender dapprima il dialogo della sua azione drammatica in prosa, mettendo anzi a riscontro, nell'istessa pagina, la prosa e i versi. Ma non andò poi oltre i due terzi della prima scena. Ad ogni modo, poiché appunto in questa prima scena la verseggiatura offre una lacuna, riferiremo qui tutto quanto l'autore aveva scritto in prosa; e l'anzidetta lacuna, almeno per ciò che riguarda il senso del dialogo, sarà facilmente colmata.
      VERR. Ma qual pegno, qual pegno hai tu del suo tradimento?
      PANS. Oh, certo. Conosci quel Francese, che profugo dal suo paese venne in Genova? Ebbene, quest'uno è l'unico a cui sia aperta l'anima di Paolo.
      VERR. Che lo accolse in sua casa.
      PANS. Egli crede di averlo compro co' suoi benefizi. E poi a qual di noi oserebbe tener simili propositi, senza aspettarne per risposta uno stile al cuore?
      VERR. Insomma, tutta la certezza è fondata sulla parola di un Francese? e di un Francese, di cui s'ignora il nome, e che mangia il pane di Paolo, lo onora in faccia, e lo paga della piú nera perfidia. Se egli conobbe Paolo per un codardo, perché andare in sua casa, mangiare il suo pane, vivere con lui?
      PANS. Odi la sua istoria.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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