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      La cittadinanza poi compì l'opera con la illuminazione spontanea delle case , a cui rispose quella dei pubblici stabilimenti.
      (157) Frammento di discorso, preparato, come pare, per una adunanza della Associazione che Goffredo aveva istituita fra gli studenti dell'Ateneo Genovese. Vedi in Letture ed Appunti, a p. 312 la minuta di un suo discorso presidenziale.
      (158) Conservatoci in quattro fogli grandi, sulle cui pagine l'autografo è disposto in colonna, occupante la metà d'ogni facciata. I quattro fogli, insieme piegati, soggiacquero alla prova del fuoco, non so se per volontà dell'autore, o per distrazione: certo, appena gettati nel fuoco, ne furono ritirati, restando arse le testate delle pagine. Noto il fatto per dar ragione delle lacune che s'incontreranno nel testo. Il discorso è particolarmente interessante, cosi per ciò che ci lascia intendere intorno alla vita ed alle utili occupazioni della Associazione degli Studenti a cui Goffredo apparteneva, come per la data certa di quelle adunanze, che risulta dall'ultima pagina dello scritto, e per la firma dell'autore in quel tempo; una delle poche; ed anzi l'unica intiera, che di lui possediamo.
      (159) Evidente trascorso di penna e di pensiero, nella foga dell'argomentare. La giornata navale di Lepanto fu vinta nel 1571, tredici anni dopo la morte di Carlo Quinto, regnando in Ispagna il figliuolo di lui Filippo II.
      (160) Si riferisce qui alla terzina Dantesca (Purg. VII):
      Rodolfo imperador fu che poteaSanar le piaghe c'hanno Italia morta,


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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