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      Giacomo Durando, e questi avendo in un suo manifesto alla popolazione (7 settembre) minacciato di "gettar un momentaneo velo sulla statua della libertà per difenderla dagli eccessi de' suoi falsi amici" ebbe il giorno 11 fiera risposta in un manifesto del Circolo Italiano, firmato dal De-Boni presidente e dal Pellegrini segretario. Poco o nulla fece in Genova il Durando, buon soldato come il De Sonnaz, e non uomo da provvedimenti illiberali. A lui, continuando le agitazioni, fu sostituito il 16 dicembre, in veste di commissario straordinario, l'istesso ministro di Agricoltura e Commercio, Domenico Buffa. Fu questi che il 13 febbraio 1849 ordinò la chiusura del Circolo Italiano. Ma già dal novembre del '48 erano partiti per Roma il De-Boni suo presidente e il Mameli, suo difensore, come abbiamo veduto, nei giornali di Genova.
      (171) Questo scritto, che occupa le due facce d'un foglio volante, è certamente del 1848, e per la carta, l'inchiostro, la disposizione insolita delle linee, apparisce degli stessi giorni in cui Goffredo dettava il programma di una Associazione per la libera Indipendenza Italiana. Ignoro se questo scritto sia stato pubblicato, e con esso il giornale a cui doveva servir di programma. Una collezione ordinata dai giornali di Genova negli anni 1848-49 è ancora da farsi.
      (172) 20 settembre 1848
      (173) 20 ottobre 1848.
      (174) Accenna al movimento Ungherese, capitanato da Luigi Kossuth, e alla nuova insurrezione che ne seguì a Vienna, determinando la fuga dell'imperatore Ferdinando ad Olmütz.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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