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      L'accusa contro la Filosofia sarebbe motivata, secondo l'asserzione che ci proponiamo di discutere in tutta la sua portata, dal fatto che non vi sono due filosofi che la pensino allo stesso modo; ma ciò, se non andiamo errati, non significa altro che ogni filosofo la pensa a modo suo, e cioè che tutti i filosofi sono originali. Non crediamo che su questo punto ci possa esser discordia, in quanto la Filosofia non è che attività originale del pensiero, e tutte le scuole filosofiche non possono che convenire su questo: ciò premesso, ci pare che si debba dare come dimostrato che non solo tutti i filosofi sono originali e che quindi non ve ne sono due che la pensino allo stesso modo, ma che non può esser filosofo chi originale non sia e che filosofo non è chi, mancando di qualsiasi originalità, va calcando le orme dei più grandi e nasconde la sua persona dietro le loro platoniche spalle animato dallo scopo, non di servire la Filosofia, ma di giungere non visto, non osservato da nessuno, ai posti di comando nella gerarchia filosofica imperante.
      Ammessa e provata anzi, la certezza della prima parte, passiamo a discutere il secondo punto e cioè se questa contraddittorietà filosofica ovverosia questa originalità dei filosofi sia un male o, per esprimerci in termini giuridici, costituisca reato.
      Ora, se nella Storia della Filosofia non vi sono due filosofi che la pensino allo stesso modo, è vero altresì che nella Storia delle Religioni non siamo mai riusciti né noi, né altri a trovare due forme religiose perfettamente identiche - e pur ciò non può in alcun modo indurci a negare la ragion d'essere della Religione.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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