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      Ed eccoci al momento critico.
      Finalmente, assodato ciò che è universale, giungiamo al momento conclusivo che possiamo anche chiamare idealistico per il fatto che l'universale, il razionale, il noumenico è un prodotto della mente, è cioè idea.
     
      Ora questa nostra breve esposizione deve essere ben tenuta presente per poter andare avanti nella lettura, ma soprattutto, deve essere bene intesa in quanto noi non abbiamo voluto darle quella fissità, quella staticità di Augusto Comte, per esempio, che divide la storia nei tre periodi mitico, metafisico e positivo, e poco manca che non stabilisca le date della fine di un periodo e dell'inizio di un altro; noi abbiamo fatta questa semplice esposizione solo per facilitare l'intelligenza del nostro lavoro. Ogni uomo infatti, filosofo o vulgaris, pensando, attraversa continuamente questi quattro momenti storici del pensiero - e perciò, stando alla sostanza, tutti i filosofi, tutti gli uomini in quanto pensano sono al tempo stesso dogmatici, scettici, critici ed idealisti - per modo che, l'affermare che un Filosofo sia da catalogare fra i seguaci di un sistema anziché tra quelli di un altro, ha un valore relativo, cioè empirico, nel senso che in quel filosofo prevale un momento storico piuttosto che un altro; ed il nostro asserto è provato dal fatto che i vari storici della Filosofia non son d'accordo nella classificazione dei Filosofi in questi determinati atteggiamenti del pensiero o sistemi che dir si voglia.
      Confessiamo che le nostre espressioni catalogare e classificare riferite ai filosofi ci sembrano non solo irriverenti, ma addirittura infelici e che ci sono oltremodo antipatiche perché rassomigliano i filosofi stessi a degli oggetti che si possano ordinare in gruppi e sottogruppi, in generi e sottogeneri, in specie e sottospecie; ma purtroppo abbiamo dovuto seguire un andazzo divenuto oggi di moda dacché si ama scrivere la storia dei singoli sistemi filosofici, cioè di un singolo atteggiamento del pensiero indipendentemente dagli altri atteggiamenti, dagli altri sistemi e senza riflettere che - come abbiamo dimostrato - il pensiero non é coerente, né concreto fuori della sua attività.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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