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      Questo per la linea generale; ma anche ciascuna proposizione è contraddittoria per se stessa, in quanto affermando che nulla esiste, si afferma già l'esistenza di una cosa, cioè l'esistenza di una verità per cui non esisterebbe nulla, ed allora il nulla ammette già una eccezione e perciò non è più "nulla". cioè assoluto. Così è dell'altra proposizione: "niente è conoscibile", perché, se si afferma che non si può conoscere nulla con una tale sicurezza, è chiaro che una cosa almeno si conosce; e se non si può comunicare nulla agli altri, si può per lo meno comunicare che nulla è comunicabile.
      Ma, se lo scetticismo preso in sé si dibatte in questa serie di contraddizioni, non è però giusto chiamare contraddittorio il pensiero di Gorgia che è invece coerentissimo in quanto, di fronte alle assolute e contrastanti affermazioni degli Eleati e degli Atomisti, cerca di darsi una spiegazione di tanto variar di opinioni e questa spiegazione si dà, spostando la realtà dalla Natura-materia all'uomo sia pure empirico, cioè individualmente ed astrattamente preso; ma se noi guardiamo sotto questo punto di vista il pensiero di Gorgia, cioè lo consideriamo come pensare e non come pensato, allora vedremo che Gorgia non è solo scettico perché dubita, ma è al tempo stesso dogmatico perché crede all'assoluta inesistenza di alcuna cosa; critico perché sottopone al suo pensiero l'esame delle altrui teorie; idealista perché giunge e giunge pensando ad una conclusione sua, all'affermazione di un'idea.
      Non diversamente si può concludere per il criticismo: se noi lo consideriamo come pensato che più non pensiamo, esso non può essere però più criticismo, ma dogmatismo o scetticismo (che è poi un dogmatismo negativo); se invece continuiamo a pensarlo e, pensandolo, lo critichiamo, allora faremo sì della filosofia, ma saremo fuori del sistema fisso e chiuso nelle formule socratiche o kantiane.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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