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      In questo modo crediamo di esser giunti all'identificazione di Filosofia ed Arte.
     
     
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      Indubbiamente le maggiori, le più aspre, le più apparentemente fondate - benché le più ingiuste - critiche alla Filosofia vengono dai cosiddetti scienziati e dai cosiddetti cultori di Scienze (e teniamo a dire che il termine cosiddetti non è da noi usato casualmente, perché la tradizione storica da Talete allo Spencer prova che non si può esser vero scienziato se non a patto di essere filosofo).
      Ora lo straordinario numero o l'asprezza delle critiche che provengono da questo campo, lungi dal rendere più arduo il nostro compito, lo facilitano o lo semplificano.
      Infatti, per parlare di un carattere antiscientifico della Filosofia, son necessarie due cose, e cioè porre prima di tutto un'antitesi fra Filosofia e Scienza e stabilire, nel modo scientificamente più preciso, il valore di quest'antitesi. Ora porre empiricamente un'antitesi è la cosa più facile di questo mondo, non incontrandosi mai alcuna difficoltà a trovare degli elementi che rendono incompatibile la coesistenza di due o più cose; ma stabilire scientificamente il valore di questa incompatibilità, il che vale trovarne il fondamento scientifico, è tutta altra cosa.
      Opporre dunque la Filosofia e la Scienza è trovare gli elementi che le distinguono: quali sono questi elementi? - La coerenza della Scienza opposta alla contraddittorietà della Filosofia? - Ma di questo argomento ci eravamo sbarazzati nei primi due capitoli, provando con una specie di chiamata di correo che, posta la questione sul terreno della mera empiricità, la Scienza é contraddittoria quanto la Filosofia, e non può - sotto questo aspetto - essere Scienza senza essere contraddittoria; mentre, posta la stessa questione sul terreno veramente scientifico, la Filosofia è rigidamente, rigorosamente coerente quanto la Scienza, se non più coerente della Scienza - in quanto la coerenza della Scienza non può consistere e non consiste nella pretesa immutabilità delle sue leggi fisse e stabilite una volta per sempre, ma nell'accordo di queste leggi con le leggi del pensiero che si esprimono nell'esperienza.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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