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      Lo stesso è della Scienza considerata come attività del pensiero che continuamente rompe quei limiti che storicamente il pensiero stesso si è posti.
     
      Da questa nostra argomentazione deriva che necessariamente le premesse del Vico debbono essere integrate nel senso hegeliano della coesistenza dei momenti storici dell'attività del pensiero nell'attività medesima. In tal guisa le antitesi fra Religione, Arte e Scienza sono superate nella sintesi della Storia non già nel senso che esse sono periodi della Storia che nella Storia si assommano ma nel senso che esse sono già Storia, cioè attività del pensiero, cioè Filosofia, Umanità. Sicuro, anche Umanità perché, ammessa la perpetuità della Religione, dell'Arte e della Scienza in quanto attività del pensiero, è ovvio che esse debbano essere identificate con l'Umanità non solo perché esse sono concretizzate storicamente dall'attività umana, ma soprattutto perché l'Uomo (cioè tutti gli uomini) è religioso in quanto è costretto a porre un limite alla sua attività ed a riconoscere la limitatezza delle sue forze, ed anche quando in una professione di ateismo, nega l'esistenza di Dio, non fa che negare alcuni attributi, ma quel Dio di cui ha voluto disfarsi ricompare sotto altre forme e sotto altri nomi (l'Increato, l'Inconoscibile, la Causa-causarum, il Legislatore Supremo, la Ragione considerata come trascendente all'attività del pensiero, etc.); così è anche artista in quanto non può in se sopprimere l'attività fantastica che è un momento essenziale della sua vita, in quanto la vita non può dirsi vissuta senza i perturbamenti e le commozioni generate dall'entusiasmo e dal dolore e dal contrasto di essi, e tanto più è vissuta quanto più intenso è questo contrasto; ed è scienziato in quanto l'uomo che vuol vivere è pur necessario che conosca in qualche modo i rapporti che il pensiero pone tra i fenomeni naturali e che in qualche modo reagisca alle forze che la Natura gli oppone, tentando continuamente di superare il limite che il pensiero ha posto alle sue forze, allo scopo di soddisfare i suoi bisogni pratici.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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