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      Ora, poiché il positivismo, malgrado i difetti comuni a tutti i sistemi filosofici, è - si voglia o non si voglia - un sistema filosofico come gli altri, la concezione antifilosofica della Storia si riduce - senza che i suoi concepitori se ne accorgano - ad una concezione filosofica.
      Ma ciò non basta: bisogna anzitutto precisare il significato delle parole "metodo critico" e cioè se la critica debba estendersi ai rapporti di connessione, di causa ed effetto tra i fenomeni, cioè tra gli avvenimenti storici con evidente applicazione delle tavole baconiane - nel qual caso l'oggetto della critica non sono più gli avvenimenti, una i loro rapporti, che sono qualche cosa di posto e non di presupposto dal pensiero; oppure se la critica debba limitarsi ad assodare l'obbiettivo svolgimento degli avvenimenti, prescindendo dai rapporti fra loro, nel qual caso, avremo sempre un'attività del pensiero nella ricostruzione dell'avvenimento in sé coi momenti storici della attività medesima (dogmatico allorché ci si pone davanti all'avvenimento; scettico allorché il dubbio ci spinge ad esaminare le fonti, critico nell'esame di queste, conclusivo o idealista nella ricostruzione).
      Anche ammessa dunque la possibilità di una concezione per cui la Storia dovrebbe limitarsi ad una pura catalogazione di fatti, di dati e di nomi, essa non potrebbe mai prescindere dall'attività del pensiero che, attraverso i suoi momenti storici, è giunta a quella catalogazione.
      Ma una siffatta concezione della Storia - che del resto ormai è stata abbandonata dagli Storici più importanti e non trova seguito se non in quelli di minor valore - presenta delle gravi difficoltà: in primo luogo, mentre si dichiara critica, è prevalentemente dogmatica in quanto considera l'avvenimento storico come realtà obbiettiva cioè presupposta al pensiero - ed il pensiero dovrebbe limitarsi a contemplare una realtà ad essa preesistente, mentre il pensiero questa realtà, ricostruendosela sulla scorta dei documenti, cioè costruendola originalmente (ossia diversamente dagli altri Storici) se la crea.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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