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      E siccome Z doppia hanno gli Ebrei, e doppio suono ne tramandiamo noi, così venne fatto a Neri Dortelata, di sopra mentovato, di distinguerne in toscano i vari suoni di essa con doppio carattere di zz, cosa che non andò punto avanti. Quello però che più importa sapere si è, che la Z è subentrata nel luogo del T, qualunque volta a due vocali preceda: e ciò per ragion d'esemplo in Orazione, e in Lezione; oltre alle voci, ove naturalmente è sempre stata. Nè si vuole attendere il parere in contrario per la manutenzione del T del Pergamino, e d'altri forestieri, e molto meno il giudizio d'uno, che, sebben Fiorentino, e delle lettere per altro benemerito, si fece molto in questa occorrenza compatire, o per un genio stravagante e bizzarro, o per vaghezza ch'egli avesse di conciliare l'una e l'altra opinione, e fu Vincenzio Buonanni, in questo, mi sia permesso il dirlo, male avveduto, giacchè, passandogli peravventura per la mente alcune di quelle voci comincianti per TZ, o per dir meglio accattando egli una doppia lettera da straniero idioma, a cui noi potremmo delle nostre accomodare, verso il fine del secol decimosesto diè un precetto di scrivere sempre col TZ, Essentza, Grandetza, Giuditzio, Benefitzio, e simili. E fu tale la sua inconsiderazione, che non osservò che le due ultime ricordate voci con altre sì fatte hanno la Z così molle, e delicata, che, non contenta della dolcezza natía ravvisata da Quintiliano in questa lettera, da noi si permuta ben sovente in C, dicendosi ugualmente bene Giudizio e Benefizio, che Giudicio e Beneficio.


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Lezioni di lingua toscana
di Domenico Maria Manni
Editore Silvestri Milano
1824 pagine 179

   





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