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      Correva similmente l'opinione che in Aristotile pure, in Teofrasto, ed in Plinio si legge, non esser l'Anguilla nè maschio, nè femmina, nè atta esser tampoco a procrear prole, come quella che era fatta nascer dal fango, ove volentieri dimora, e al dire del Berni
      Sta nella mota il più del tempo ascosa;
      Onde credon alcun ch'ella si pasca,
      E non esca così per ogni cosa:
      talchè Ovidio della generazione di questo pesce ebbe a scrivere:
      Altera pars vivit, rudis est pars altera tellus.
      Quindi, errando lo stesso Oppiano, che intorno alla mentovata generazion della Tigre si era mostrato accorto, dice, cheUmor, che nell'arena si ricuopre,
      E la fanghiglia ricevendol, pregnaDiviene, e lunghe partorisce Anguille.
      Nè eran giunti i secoli felici, quali sono i nostri, in cui i naturalisti scoperto hanno con la generazione dell'anguille quella d'ogni altro animale; affermandosi oggi fondatamente, che dell'anguille sieno i lor maschi i Musini, e i Gavonchi, che dagli antichi Dio il sa se erano nè meno per ispezie d'anguille conosciuti. La quale antica, quanto che erronea sentenza, tenuta in gran parte da tutte le nazioni, passando da' Greci, e da' Latini ne' primieri Toscani, non è maraviglia che essi alla maniera di quelli andassero adattando a tali animali il genere promiscuo. E di fatto della anguilla, da noi lungamente ricordata, e dell'opinione, che di essa correva, siccome della generazione favolosa del delfino, e della vipera, nel Tesoro di ser Brunetto Latini, scrittore del 1200 tanti, si fa menzione.


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Lezioni di lingua toscana
di Domenico Maria Manni
Editore Silvestri Milano
1824 pagine 179

   





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