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      Odasi parimente quest'altro: Niuna cosa li mancava ad avere compiute essequie, se non le lagrime di colei, la qual tu vivendo cotanto amasti; le quali acciocchè tu le avessi, pose Iddio nell'animo al mio dispietato padre, che a me ti mandasse; ed io le ti darò (comechè di morire con gli occhi asciutti, e con viso da niuna cosa spaventato proposto avessi) e dateloti, senza alcuno indugio farò, che la mia anima si congiugnerà con quella, adoperandol tu, che tu già cotanto cara guardasti.
      Che se questi ad esemplificare il già detto non bastano, si oda altresì il periodo primiero della mentovata Orazione del Casa, dicente: Siccome noi veggiamo intervenire, alcuna volta, Sacra Maestà, che quando o cometa, o altra nuova luce è apparita nell'aria, il più delle genti rivolte al cielo, mirano colà, dove quel maraviglioso lume risplende; così avviene ora del vostro splendore, e di voi, perciocchè tutti gli uomini, e ogni popolo, e ciascuna parte della terra risguarda inverso di voi solo.
      Egli è ben vero però che il periodo riceve la sua bellezza altresì dalle parole bellamente acconce ad esprimere il concetto nostro, talchè se abbiamo d'uopo nel parlare di alcuna grandezza e magnificenza, il cominciar dai casi obbliqui la produce, e sì il replicare le parole con giudicio; ed anco il parlare alquanto oscuro e tardo; e nulladimeno le parole, che hanno adunate molte vocali insieme, la fanno.
      Se cerchiamo evidenza, nasce questa maggiormente dalle parole spieganti col suono stesso ciò che vogliamo dimostrare, come per esempio Rimbombo, Susurro, Fischio, Abbaiare, Miagolare.


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Lezioni di lingua toscana
di Domenico Maria Manni
Editore Silvestri Milano
1824 pagine 179

   





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