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      Anche un poema di Ghigo Brunelleschi per tali accorciamenti, si crede che venisse giudicato essere di Giovanni Boccaccio, e sì di Cino da Pistoia alcuni sonetti, che si reputano di Ceo Fiorentino. Qui caderebbero assai bene in acconcio le opinioni che vi sono state, e vi sono sopra i nomi di Mapizio, o Marco Apizio, di Agellio, od Aulo Gellio, di Cancario, o Caio Ancario, e a un bel bisogno di più altri di questa ragione, ma avvegnadiochè elleno all'idioma nostro non abbiano attenenza veruna,
      Non ragioniam di lor, ma guarda, e passa.
      La maiuscola poi, per venire ad essa, va sempre dopo il punto fermo, ma dopo l'interrogativo, e l'ammirativo alcuna volta; accanto poi a gli altri punti non mai.
      Per altro non si tralasci d'usarla nel principio d'ogni verso nella rima, checchè nol facessero gli antichi; nel principio del periodo nella prosa, e nel cominciar d'ogni parola, che significhi nome d'uomo, di città, di castello, di personaggio, o d'altra cosa distinta, ancorchè abbia stimato prudentemente taluno l'andarsene alcuna volta dispensando, come nella grand'opera del Vocabolario della Crusca si costuma di fare, per la gran moltiplicità di maiuscole, che per altro vi si mette. Senza queste occasioni le maiuscole rendono la scrittura intralciata e confusa, e male ad un occhio purgato graziosa; ed, oltre a ciò, poco differente da quella che parecchi secoli fa usava, ove maiuscole, e minuscole confusamente si andavano a capriccio mischiando.
     
      FINE.
      INDICEDELLE MATERIE
      CONTENUTE IN QUEST'OPERA.


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Lezioni di lingua toscana
di Domenico Maria Manni
Editore Silvestri Milano
1824 pagine 179

   





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