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      E ben ragione eglino ebbero di tentar ogni modo onde star saldi contro a quelli invasori, se sincere sono le memorie che ne rimangono delle feroci loro istituzioni, e di quella ordinazione specialmente che legge di barbara e stolida vendetta può ben chiamarsi, e che riferita viene dall'autore del citato opuscolo attribuito ad Aristotile [93] . Si narra dal medesimo che i Cartaginesi impadronitisi appena dell'isola, tutte le piante estirparono che di alimento potean fornire gli abitanti e vietarono inoltre sotto pena capitale nuove seminagioni di biade. La barbarie di questa legge non ingenera stupore in chi considera gli autori della medesima esser quelli stessi Cartaginesi che vittime umane immolavano all'ara dei loro Numi, e vittime impuberi, la pace degli Dei implorando col sangue di coloro per la vita dei quali le supplicazioni più frequentemente s'innalzano al cielo [94] . Ma la stolidità è a tal segno maggiore della barbarie, che io stento a credere che un popolo nei cui disegni di conquista possente motivo esser dovea la fertilità dell'isola, abbia voluto da se stesso privarsi del maggior vantaggio della sua dominazione. Né leggiero argomento per dubitarne mi somministrano le spedizioni di vettovaglie fatte dalla Sardegna, come sovra si riferì, nel tempo delle guerre di Sicilia, dovendo anzi da queste raccogliersi che i Cartaginesi molto conto teneano dei soccorsi frumentari dell'isola e che lo stato dell'agricoltura sarda suscettivo era di corrispondervi. Non posso perciò accomodarmi a prestar piena credenza a questo celebre atto della barbarie cartaginese, eccetto che si voglia applicare ai dominatori punici un motto arguto, ma immorale della nostra età [95] , e dire che la loro operazione fu più ch'un misfatto, perché fu un errore.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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