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      Non così dirò dell'altra parte più importante della difesa. Cicerone profondendo in questa a larga copia le ingiurie, volle specialmente trarle dalla leggierezza da lui attribuita alla nazione, la quale, com'egli suppone, dalla sola licenza di mentire derivò sempre ogni differenza fra la libertà e la schiavitù". Potrei qui notare che ben in altro modo i Sardi fecero conoscere ai pretori e consoli romani che cosa eglino intendessero per libertà e per ischiavitù; potrei rammentare altresì quanto lo stesso Scauro abbia diffidato di trovare in quella nazione incapace di credito pochi menzogneri; potrei anche dire che i Sardi in ciò forse ingannaronsi, che non iscelsero per patrono della causa contro al loro pretore quell'istesso che a perorar ebbe la causa simile dei Siciliani; poiché non sarebbe allora stato improbabile il veder l'amministrazione di Scauro condannata a perpetua infamia al pari della pretura di Verre. Ma fino a quando non fatti produconsi, ma sole oratorie declamazioni, e declamazioni d'un uomo che sommo qual era in ogni suo concetto o di lode o di contumelia, non avea certamente il pensiero di acconciarsi le parole in bocca acciò moderatamente pugnessero, io dirò a preferenza dover i Sardi li primi desiderare che di siffatte scritture più abbondante messe ragunisi dagli eruditi; ché nell'animo dei saggi l'onta delle non meritate ingiurie non pareggia a lunga pezza l'utilità si ricava dal conoscere più estesamente la patria storia, che vota e smembrata oggidì ritrovasi per difetto di ricordi [228] .


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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