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      Volendo questo perspicace imperatore ridurre a meno il potere del prefetto del pretorio tanto infesto ai suoi predecessori, tutto il mondo romano divise in quattro prefetture, e queste ripartendo in diocesi, la Sardegna sottopose al prefetto pretorio dell'Italia, nella cui prima diocesi era compresa fra le provincie chiamate presidiali. Il Codice Teodosiano chiara prova ne somministra di questa disposizione dell'imperatore e del sistema serbato dai suoi successori; e perciò ne gioverà riferire le disposizioni contenutevi, poiché ad un tempo ciò servirà a ragunare alcune notizie appartenenti alla storia dell'isola.
      La più antica disposizione di Costantino è quella che ragguarda il così detto corso pubblico della Sardegna, e si trova indirizzata a Costanzio, che prefetto pretorio credesi fosse in quel tempo dell'Italia [279] . Comanda in questa l'imperatore venga sottoposta a gastigo qualunque persona recandosi da un luogo all'altro dell'isola, invece di prevalersi dei buoi che negli alloggiamenti di fermata si trovavano lungo le pubbliche strade destinati al servigio dei viaggiatori, a tal uopo distolga quelli che applicati fossero ai lavori della campagna. Da questa legge si ricava che anche alla Sardegna era stato esteso il sistema delle pubbliche poste, che Augusto introdotto avea nell'impero e che poscia da Traiano o da Adriano venne perfezionato con raccomandarsi alle cure degli amministratori del fisco un servizio, il quale per lo avanti gravitava intieramente sui provinciali, obbligati a fornire sul campo i viaggiatori di quanto era necessario al vettureggiare.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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