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      Municipio era del pari la città di Solci [402 ] ed onorata di special trattamento, perché il dritto le apparteneva di suffragio, ascritti essendo i suoi cittadini alla tribù Quirina. Quale sia il tempo in cui queste due città sarde ottenuto abbiano tale privilegio, non si può di leggieri accertare; ma sibbene può conghietturarsi che posteriore sia alla caduta della repubblica quello di Solci, e poco distante dall'istessa epoca quello di Cagliari. Nell'arringa per Scauro, che nell'altro libro fu riportata, fra le altre male parole che Cicerone ebbe a proferire contro la provincia sarda, anche l'onta opposele del non annoverarsi fra i popoli che la componevano alcuna città libera ed amica al popolo romano: dappertutto, egli dice, ritroviamo noi città libere, che alla nostra amistà spontanee calarono: nell'Africa istessa, tanto infesta a Roma per le acerbissime guerre dei nostri maggiori, noi abbiamo soci fedeli; la Sardegna sola è quella in cui niuna città a noi amica si conti". Non è questo il luogo di considerare se ai Sardi potesse tornare alcun vituperio dalla privazione d'un titolo non ambito al certo da popoli costantemente insofferenti del romano giogo; ma non può lasciar di riconoscersi che se mai al tempo di quell'arringa o Cagliari o Solci, città principali dell'isola, e notissime a Cicerone, goduto avessero del privilegio municipale, egli non avrebbe potuto, senza toccare una mentita, comprenderle nella generale esclusione dall'amistà romana. Egli è vero che di esagerazione accagionarsi potrebbe in parte l'asserzione dell'oratore, rammentando che Tito Livio nel narrare con quanta facilità Cornelio Mamula ragunato avesse in Sardegna la quantità di stipendi e di frumento necessaria al sostentamento del suo esercito, menzione fece della prontezza e liberalità delle città socie [403] ; ma questa espressione, se basta a dimostrare l'esistenza di città amiche, non basta ad accertare quella di città municipali, e molto meno a dar cagione di dubitare non forse a qualche città lo special trattamento fosse stato conceduto di città federata; ché troppo i Romani eran orgogliosi per voler discendere con popoli vinti alle pacifiche o prudenti condizioni d'una lega.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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