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      Evidente argomento di ciò somministra una lapida di recente scoperta nel luogo di Pula, nella quale segnavasi la via dalla città di Nora a quella di Bizia. Altra conghiettura si può inferire all'istess'uopo dalle disposizioni degli imperatori Costantino e Giuliano che nel preceduto libro si riferirono ragguardanti al servizio delle pubbliche poste della Sardegna: per queste si viene a chiarire come nell'isola esistevano vie più battute destinate al corso dei veredi, altre meno frequentate, che del servizio straordinario abbisognavano dei paraveredi, vie solite ad esser percorse col traino, le quali andavano a riescire nei principali porti d'imbarco; e come in ciascuna disposti trovavansi gli alloggiamenti alle debite distanze con quanto era necessario allo scambio delle vetture. Se si considera dunque che i Romani non solo volevano per principio di loro politica dappertutto trapassare comodamente nelle loro provincie, ma potevano ancora coi mezzi estesissimi ch'erano nelle loro mani, sopperire a qualunque maggior dispendio o cura per tali opere, resta appena luogo a dubbio sull'esistenza in Sardegna di strade separate da quella che univa Cagliari a Torres.
      Uno degli oggetti speciali avuti in mira dai Romani nel moltiplicare tali comunicazioni quello si era di agevolare il trasporto delle granaglie necessarie al sostentamento della metropoli, e di proteggere al tempo stesso il commercio dell'isola, del quale anche il tesoro dello stato giovavasi colla riscossione delle gabelle.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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