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      Tal è difatti il disordinamento con cui in quelle narrazioni egli rimescola, riprende od anticipa la relazione degli avvenimenti, che il lettore, cui mancasse la sofferenza o lo spirito di critica nel confrontare le cose, piuttostoché di poca attenzione, lo accagionerebbe di anacronismo. Tuttavia supponendo ancora che lo storico non abbia traveduto, rimane del pari fiacca la di lui asserzione sul vescovado dell'antico Gavino, poiché li monumenti stessi prodotti onde comprovare il deposito delle di lui reliquie nel Vaticano, non altro titolo gli danno che quello di prete e di martire. Né giova quanto lo scrittore soggiunse sull'ambigua intelligenza in quei tempi delli due titoli di prete e di vescovo; della quale, ove mai fosse riconosciuta, si potrebbe giovare chi avesse dimostrato con altri argomenti l'esistenza di una sede vescovile, non già chi con quella sola considerazione intende di stabilire ad un tempo ed il vescovado ed il vescovo.
      Eguali sono le difficoltà che insorgono sul vescovo turritano, san Proto, del quale si può solamente affermare che al pari di Gabino, fu sacerdote e martire [477] ; e quelle che muovonsi dal dotto scrittore della Sardegna sacra [478 ] sugli altri antichi vescovi notati dal Vico, cioè Protogene, Gaudenzio e Samsucio, il primo dei quali si chiarì essere stato invece vescovo della Chiesa sardicese nella Mesia inferiore, come si dimostrò appartenere Gaudenzio alla Chiesa turremalese nell'Africa e Samsucio al vescovado turrese nella stessa provincia.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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