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      Né giammai colonia più accettevole approdò nei lidi della Sardegna. Reggeva allora la Chiesa cagliaritana Primasio, ed accolti benignamente gli esuli ed accomodatili di fraternevole ospizio, temperava coi dolci ed affettuosi suoi modi la rigidezza della loro ventura [529] .
      La Sardegna, che riceveva allora nel suo seno e sostentava quei difensori animosi della vera credenza, avea avuto alcuni anni avanti la gloria di veder destinato alla somma dignità ed al cimento del pontificato Simmaco, suo figliuolo. E vero cimento fu per questo illustre sardo la sua esaltazione, poiché contristata fu poco stante dallo scisma dell'antipapa Lorenzo, dalle gare feroci del clero e del senato romano, e dalla dura necessità in cui trovossi la Chiesa di far dipendere dal giudizio del goto Teodorico, re ariano, la cessazione di tanto scandolo [530] . Nondimeno Simmaco avea già fin d'allora meritato l'universale giudizio della Chiesa a suo favore, mostrandosi generoso nell'onorare il rivale suo Lorenzo [531] ; tenero del bene presente della Chiesa nel convocare in Roma per maggior consolidamento della pace un concilio [532] ; sollecito della futura quiete, proponendo ai padri che le scelte dei pontefici dovessero da quindi innanzi regolarsi colla maggioranza de' voti, e che al broglio dei pretendenti si opponesse un argine con dichiararsi privato delle dignità e della comunione della Chiesa colui, che nella vita del pontefice o manifestasse l'ambizione di succedergli, od in qualunque maniera obbligasse per le venture elezioni il suo voto.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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