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      Come anche dirò, minor caso doversi fare di quella notizia, dacché passò fra le mani d'uno scrittore, il quale mostrasi così straniero delle cose di quei tempi da poter affermare che la consagrazione delle due chiese già mentovate fu onorata dalla presenza di un cardinale romano, colà a tal uopo inviato dal pontefice; senza por mente che in quell'età il nome di cardinale non era già un'indicazione speciale di ecclesiastica dignità, ma di determinato e stabile offizio; non una qualificazione propria solamente del clero romano, ma un titolo diffuso egualmente nelle chiese tutte della cristianità [634] .
      Tuttavia non è mio intento di smentire quelle notizie, in quanto incominciasi per le medesime la serie dei giudici turritani da Gonnario e da Comita; ma solamente di smentire quelli scrittori che il governo di quei principi vollero trasportare ad un'età troppo antica. Molto più giudizioso lo storico Fara, riportando il nome di quei due giudici, tacque della loro età, ove scrisse dei giudici turritani; indicò poscia chiaramente che cosa egli credesse in tal proposito, alloraquando, riferendo il governo del giudice Baldo nella Gallura, contemporaneo del Comita di Torres, disse esser quello succeduto a Manfredi, giudice pisano, che il primo credesi dei nuovi governanti colà inviati dal comune di Pisa nel secolo undecimo. Nel qual modo validata trovasi la mia miscredenza dall'autorità rispettabile del primario nostro annalista [635] , il quale o consultò migliori monumenti degli altri, o consultando le stesse scritture avute sott'occhio dal Vico, le disaminò con maggior finezza di critica.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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