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      Quantunque perciò, eccettuato il caso di un regno straordinariamente prolungato, non si possa trasportare il principio del suo governo ai primi anni del secolo, come opinava il Muratori, pure una durazione anche mediocre basta perché comparisca quel governo più antico della ultima conquista dei Pisani e si rinforzino con ciò gli altri argomenti che produconsi in questa quistione. Né leggiera è la prova che deesi dedurre dall'atto ostile dei Pisani contro ai monaci chiamati da Barisone e dalla facilità da questo incontrata nell'ottenerne la satisfazione; poiché siccome non si può credere indirizzata quest'ostilità contro ad un amico e ad un governatore subordinato; così resta a presumere che Barisone o come principe non sofferente i novelli signori stranieri, incontrato avesse l'odio dei Pisani, o come principe il cui favore loro era utile, avesse i mezzi di conseguire un pronto riparo al patito insulto [640] .
      Al calcolo già fatto dell'antichità dei giudici turritani soprasta quello che sul reggimento d'un principe fregiato nel secolo X del titolo contemporaneo di re della Corsica e della Sardegna, si raccoglie da un altro monumento di quell'età pubblicato egualmente dal Muratori [641] . Chiamavasi questo Berlingerio o Berengario, e confermava ed ampliava in quella sua carta alcune concessioni già da lui fatte al monistero dei SS. Benedetto e Zenobio nella Corsica. Sospetta, è vero, il Muratori che l'età in cui visse questo principe male trovisi annotata nel diploma; poiché solamente nel secolo XI o nel XII incontrasi un pontefice col nome di Alessandro, cui, come ivi si scrisse, il donatore ebbe ricorso per impetrare l'approvazione del suo atto.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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