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      Turbino continuava eziandio a soggiornare nella corte del giudice allorquando due anni dopo se ne partì per prender parte nella spedizione dei Pisani contro ai Mori delle isole Baleari. Spedizione nella quale anche un altro principe della Sardegna volle mercar gloria; poiché nelle memorie del tempo trovasi congiunto a Turbino in quella generosa azione Saltaro, figliuolo di Costantino di Torres. Anzi, se si deve prestar fede al poeta [719 ] il quale cantò le vicende dei guerrieri pisani in quella famosa campagna, non vana fu l'opera per essi di quei due illustri personaggi; dicendosi non meno noto Turbino per l'assennato consiglio che il giovine Saltaro per la destrezza sua nel maneggiar l'arco. Onde alla Sardegna tornò l'onore di aver in tale impresa inviato colà il Nestore ed il Filotette di quell'esercito.
      Costantino, padre di Saltaro, avea anch'egli coll'amichevole accoglimento fatto nel porto di Torres al navilio pisano, che vi si soffermò qualche tempo, mostrato quanto gli stesse a cuore il buon successo dell'impresa; il di cui cantore perciò non lasciò senza laude il di lui nome chiaro dicendolo e celebrato da tutto il popolo dei Sardi" [720] . E tal è pure l'opinione che di lui ci si tramandò nella cronaca già mentovata della chiesa di Saccargia da lui fondata [721] . Se non che non tutte le liberalità di questo principe s'indirizzarono ad arricchire la provincia dei monumenti della sua pietà; ma volle egli ancora privilegiare con copiose concessioni gli eremiti di Camaldoli, negli annali dei quali serbossi la memoria delle di lui donazioni e di quelle della regina Marcusa, sua consorte [722] .


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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