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      Fu allora che valendosi ambi li fratelli del potere congiunto e delle armi già poste in movimento, indirizzarono i loro disegni ad abbattere un altro nimico in Barisone di Arborea, contro al quale erano inacerbiti per antiche ingiurie. Fecero adunque oste sopra la di lui provincia, e ponendo ogni cosa a ferro e a fuoco distrussero molti casamenti e menarono in trionfo quantità grande di prigionieri e di spoglie [740] .
      Barisone frattanto fuggitivo e perdente, invece di opporre il petto agli invasori della sua terra, ricoveravasi nel luogo di Cabras, ove meditava come non col ferro, ma coll'oro potesse giungere a soprastare ai suoi nemici [741] . La guerra fra le due repubbliche rivali di Genova e di Pisa non mai erasi compiutamente ammorzata; e la pace era sempre stata talmente malferma per quanto ragguardava alla Sardegna, che in una delle convenzioni trattate alcuni anni avanti fra i due comuni, la strana condizione era intervenuta di eccettuare dal giuramento di reciproca amistà le contenzioni che poteano nascere nel possesso della Sardegna; acciò fra i pacifici accordi l'occasione di novelle rotture non solo fosse certa, ma comparisse anche giusta [742] . Nel tempo in cui Barisone era stato travagliato dai giudici di Cagliari e di Torres, Federigo I imperatore, chiamato Barbarossa, trovavasi in Italia; ed invano avendo tentato al suo cospetto i legati pisani e genovesi di comporre le loro differenze, delle quali perpetuo era il fomite, più che mai inclinavano gli animi nelle due repubbliche a vicendevole offensione.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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