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      Già Comita avea parecchi anni innanzi incominciato in Torres il suo regno [817] ; del quale, oltre all'ampliazione della sua signoria per mezzo della cedutagli provincia di Gallura, non altra memoria rimase che quella della fondazione, o restaurazione da lui fatta d'un monistero dell'ordine cisterciense [818] . Per mezzo di tale unione di due provincie, ridotti furono in questa età a tre soli i regoli sardi. Anzi per Guglielmo di Cagliari non mancò che due soli giudici vi si dovessero contare; poiché valendosi egli o del titolo dell'antica occupazione, o della condiscendenza di Ugone di Basso, il quale, come già ho notato, avea benché illegittimamente tolto per moglie una di lui figliuola, s'intitolava giudice d'Arborea, allorquando in quello stesso tempo donava al monistero di S. Vito e di S. Gorgone una chiesa del giudicato di Cagliari [819] .
      Cessò di vivere da lì a non molto Guglielmo col dispiacere di non lasciare dopo sé prole maschile. E forse a riparare a ciò tendeva la dimanda ch'egli aveva presentato al pontefice Innocenzo, affinché si dichiarassero sciolti i vincoli maritali da lui stretti con la figliuola di un conte Guido [820] . Succedette pertanto nei di lui stati la figliuola sua Benedetta, la quale avendo dato la mano a Parasone, figliuolo di Pietro I, giudice d'Arborea, regnò in di lui compagnia travagliata da quelle vicende che in quei tempi non permettevano fra gli altrui conflitti una pacifica signoria. Prima cura dei due consorti fu di prestare omaggio alla Chiesa romana [821] . Viveva ancora in quel tempo il pontefice Innocenzo.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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