Pagina (331/1187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      I sindachi, ai quali quella grave cura era commessa, esercitavano molte altre incumbenze in servigio del comune, sovra li cui interessi specialmente vegliavano. Apparteneva ad essi il domandare e lo spegnere i conti degli amministratori del tesoro pubblico; il riconoscere la convenienza delle spese correnti e la necessità delle nuove. Ad essi pure spettava l'impedire ogni usurpazione dei beni del comune; ed a tal uopo era loro riserbata l'inspezione d'una cassetta riposta nella pubblica loggia, nella quale era lecito a chiunque non di depositare quelle scritture di criminale dinunzia, per le quali sì famose furono altrove le buche destinate ad accogliere le imputazioni della calunnia o le querele della timida verità; ma solamente era permesso d'introdurre le polizze che ammaestravano il comune dell'abbandono od occupazione fatta di qualcuno dei suoi diritti o di qualche parte delle sue entrate. Ai sindachi principalmente era commesso l'invigilare acciò le convenzioni stipulate coi Genovesi si serbassero salde e perseverasse ogni pubblico uffiziale nella fede dovuta alla repubblica amica.
      La legge per l'amministrazione delle pubbliche rendite non era meno cauta delle altre; e minute forme erano comandate per la formazione dei libri, per la chiarezza delle spese e per lo rendimento dei conti a quello che governava l'entrate della repubblica; il quale con nome più appropriato dei titoli poscia usitati per dinotare quel carico chiamavasi allora il massaro del comune [912] . Mentre che anche dell'onoratezza dei massari inferiori avea cura la legge, vietando alle ville suggette di far loro verun presente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Genovesi