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      Essendo dunque cessato nel frattempo il governo di don Raimondo di Ribellas, il re, nominato prima suo successore don Guglielmo di Cervellón, col quale fu dispensato di gire a quella volta, deliberava che passasse altra fiata a reggere il regno Bernardo di Boxados già molto pratico delle cose del paese; ed uomo atto ad inspirare fidanza o timore in chi parteggiava pei novelli o per gli antichi signori [996] . Ma questo egregio capitano poco sopravvisse al suo arrivo nell'isola. Onde fu di mestieri che don Guglielmo di Cervellón nuovamente destinato a quell'incarico si portasse in Sardegna. Ivi trovò le cose talmente incerte per rispetto alle contenzioni dei Doria esacerbatesi dopo la morte di Barnaba, fratello di Brancaleone, che mentre i Sassaresi, non pienamente ligi negli anni precorsi alla Corona, stimavano di fare una cosa gradita al re proscrivendo con pena capitale tutti gli aderenti di Brancaleone [997] , il re comandava al governatore generale difendesse lo stesso Brancaleone contro ai suoi avversari [998] . E bene tornava agli interessi del re quella discordia; perché le sue guerre col re di Maiorca poco agio davangli allora di spedire nell'isola altre forze; in modo che quando per la morte di Giovanni, marchese di Malespina, dovette don Pietro, erede scritto dal marchese, contendere coi di lui congiunti per la possessione della villa d'Osilo e degli altri luoghi da quella famiglia padroneggiati, gli fu necessario ricercare il sussidio del giudice d'Arborea per poter sostenere i diritti della Corona [999] .


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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