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      L'isola tutta quindi era in trambusto; ed i maggiori sospetti dei governanti aragonesi erano per la città di Sassari, minacciata da vicino dai Genovesi d'Alghero. Portavasi perciò colà il luogotenente generale con alcune compagnie di soldati tolti dalla flotta; nel mentre che don Bernardo di Cabrera, conoscendo in questo crescente rivoltamento della sua sorte il bisogno d'impetrare maggiori forze, ritornava col suo navilio vittorioso in Catalogna; ove il re non tanto mostravasi lieto per le fauste cose accadute, quanto sollecito a riparare alle sinistre che l'avvenire minacciava [1013] .
      Né maggiore potea esser il riparo di quello cui il re allora pose mano; poiché non contento di ragunare la miglior sua baronia ed il più fiorito esercito che giammai si fosse ordinato in Aragona, composto di mille uomini di grossa armatura, di cinquecento armati alla leggiera e di diecimila fanti; non contento dell'ausilio che alcuni nobili avventurieri aveangli recato dalla Germania e dall'Inghilterra per quell'impresa, egli stesso volle colla sua presenza francheggiare le sue squadre, commettendo di nuovo il comando generale allo stesso don Bernardo di Cabrera [1014] . Ad affrettare la partenza contribuì ancora la notizia giuntagli della ribellione di Villa Iglesias, dove il solo castello restava in potere degli Aragonesi. Onde egli salpò senza dimora dalle coste di Catalogna con novanta navi; né punto tardò a trovarsi nelle acque di Alghero. Scese allora don Pietro coi suoi gentiluomini nel lido di Portoconte; e non avendo incontrato verun ostacolo per lo sbarco dei cavalli, poté in breve condurre le sue schiere al piede della terra; nel mentre che il capitano generale la circondava colla sua flotta.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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