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      E la Corona di Aragona passava sul capo di don Martino, di lui fratello [1064] ; nel regno del quale non meno concitate doveano essere le cose sarde.
      Mentre Brancaleone Doria conquassava le armi in diverse parti dell'isola, Eleonora, meno sopra pensiero per le cose guerresche governate felicemente dal marito, voltava le sue meditazioni ad acquistare una gloria novella; quella di legislatrice della sua provincia. La sua carta detta de Logu [1065] , nella quale ampliando e rettificando quella già bandita dal padre suo Mariano, imprese a dare stabili norme alle formalità giudiziarie, alla ragion criminale, alle consuetudini del diritto civile ed alle leggi protettrici dell'agricoltura, non solamente meritò che dai governi succeduti nell'isola fosse approvata quale fondamento di patria legislazione [1066] ; ma può anche meritare che nel secolo XIX, ed in tanta luce della scienza del dritto, espongasi agli occhi dei dotti. Il difetto di questo codice, difetto è dei tempi. Non è perciò coll'animo di ricercarvi novelle ordinazioni inumane da arrogere a quelle altre che deturparono i codici di tutte le nazioni dell'Europa, che io qui intraprendo la disamina della carta di Eleonora; ma coll'intento di scoprirvi qualcuna di quelle verità consolanti che trapassano incontaminate da una in altra età, malgrado della barbarie del tempo intermedio. Non sarà pertanto senza interesse per chi considera nella storia primieramente gli uomini, e poscia gli avvenimenti, il conoscere come dei principii più importanti della giurisprudenza si portasse giudizio fra noi in un'età, in cui le leggi della maggior parte dell'Europa erano ancora infette dalle massime arrecate dalle nazioni conquistatrici del Settentrione; o derivate almeno dalle nuove maniere di governo che quell'invasione ebbe a partorire.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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