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      Questo animoso principe tranquillo della sommessione dei suoi sudditi della Spagna, voltò tosto i suoi pensieri ad assicurare maggiormente i diritti della sua corona nella Sardegna. Informato appena dall'arcivescovo di Cagliari, e da altri notabili dell'isola, venuti in Saragozza a prestargli omaggio, del vero stato delle cose, fece provvisione alla celere spedizione di nuove soldatesche; destinando ad un tempo per governatore d'Alghero, dove allora era stabilito il comando maggiore del Logodoro, Alberto Satrillas. Ed acciò si procedesse con maggior franchezza nel combattere il visconte, liberava la Sardegna dalla molestia delle incursioni genovesi concertando con quella repubblica una sospensione d'ostilità per cinque anni [1131] . Ma il visconte [1132 ] non sì tosto seppe che lo scettro di Aragona era passato nelle mani d'un principe di gran cuore, qual era don Ferdinando di Castiglia, procurò prontamente di ricorrere ai mezzi di conciliazione; e trattate prima le condizioni della guarentigia accordata alla di lui persona ed ai di lui cavalieri per comparire nella corte, presentavasi al re in Lerida, dove veniva accolto amorevolmente e vezzeggiato con ogni maniera di favori [1133] . Né fra i riguardi dovuti al potente nimico mancava il re della gratitudine meritata dal suddito fedele, che maggiormente avea fronteggiato il visconte negli anni precorsi. Onde nelle solennità dell'incoronazione singolari testimonianze di onore furono date al conte di Chirra; e le sue nozze con donna Eleonora Manriche, damigella della regina, furono allora festeggiate dai sovrani; e rendute più liete coll'assegnamento di mille e cinquecento fiorini di rendita nella Sardegna [1134] . Si compiva poscia col visconte l'accordo mediante l'esibizione che egli faceva di restituire alla Corona la città e terre di Sassari; e l'offerta presentata a nome del re di comprare col prezzo di cencinquantatrémila fiorini d'oro le altre regioni del visconte.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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