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      Ed in questo rispetto devesi osservare che siccome ciascun ordine rappresenta una classe diversa di sudditi, così le risoluzioni prese se furono accordate fra i tre stamenti ed approvate dal sovrano, obbligano il regno intiero ed hanno forza di legge generale; mentre che quelle che ad un solo ordine appartengono, per una sola classe di sudditi partoriscono obbligazione.
      Allorché non pei bisogni subitani, non suscettivi di norme regolari, ma colle ordinarie solennità si assembrarono le corti, le formalità maggiori furono quest'esse. Il re scrisse a ciascuno dei membri del parlamento, dicendo loro esigere il servizio pubblico che si convochi la generale assemblea della nazione; aver già egli per tal fine destinato a presidente il suo viceré; convengano adunque dove e quando siano dallo stesso viceré invitati. Giunto il dì del convento portossi il viceré col suo consiglio e con i tre stamenti in pompa alla chiesa maggiore; dove salito sul trono, circondato dai ministri primari, annunziò quali fossero le condizioni del suo mandato e le intenzioni del re nell'intimare quella ragunanza; alla qual dichiarazione rispose l'arcivescovo di Cagliari a nome comune: profferirsi eglino di secondare le benigne risoluzioni manifestate per lo bene dell'isola; ne avesse il sovrano le dovute grazie. Convennero poscia gli stamenti in luogo distinto [1143 ] comunicando i consigli fra essi e col presidente per mezzo di deputati a ciò fare eletti. Ma prima che si passasse agli atti maggiori, occuparonsi le corti di eleggere tre maniere di uffiziali che abilitatori, provvisori e trattatori vennero appellati.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Cagliari