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      Anzi non discaro riescirà in tal modo a chi legge il veder sottentrare ai ricordi delle pestilenze, delle stragi e della civile inerzia, un breve periodo di allegrezze pubbliche e di pompe regali [1239] .
      Tutto il pensiero di quei cittadini al primo annunzio dell'arrivo s'indirizzò a far provvisione acciò l'armata ritrovasse nel luogo la maggior dovizia di vittuaglie; Cesare v'incontrasse le migliori testimonianze di onore e di omaggio che per essi si poteano offerire. Nel mentre a tal uopo apprestavansi nella città le cose convenienti, ne partivano alcuni destri cavalieri; e passavano alla spiaggia del vicino porto, affinché al primo toccare del navilio di Cesare in quel luogo, egli potesse esser lieto dello spettacolo di una cacciagione da farsi sotto i suoi occhi in quelle montagne. La qual cosa tornò molto opportuna; poiché non sì tosto erasi il governatore generale della provincia don Diego de Sena [1240 ] portato nel primo approdare dell'imperatore ad inchinarlo, che scorgendo Cesare dalla sua galea qualche movimento di cavalieri sul lido ed informato del disegno, si dispose a scendere su quella spiaggia accompagnato da pochi dei primari suoi cortigiani [1241 ] ed a prender parte festivamente nella caccia; nella quale o l'accidente, o l'artifizio di chi la indirizzava, fece sì che un cignale presentatosi a breve gittata a Cesare potesse esser da lui colpito.
      Frattanto la città tutta era in ardenza per accogliere il sovrano. Le galee vi giungevano in gran numero precedendolo; ed arrivava infine desiderata da tutti la galea maggiore; dalla quale disceso Cesare in un leggiero burchio, volle prima di entrare nel luogo costeggiare la rocca che bagnata è in gran parte dalla marina.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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