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      L'ampio potere dei viceré avrebbe potuto facilmente degenerare in arbitrio in un luogo ove per la distanza della metropoli non era dato così facilmente al sovrano o l'invigilare sugli andamenti di chi comandava, o l'accogliere i richiami di chi obbediva. Fece riparo contro a tali abusi la legge spagnuola in diverse maniere. Ecco come a tal uopo provvidero le reali prammatiche [1360] : acciò il governo del nostro regno proceda più sicuro ed abbiano i sudditi la soddisfazione di pensare esser giusto ciò che loro vien comandato, ordiniamo che il nostro luogotenente generale prima di risolvere in qualche negozio di governo ne tratti con i dottori dell'udienza nostra, e la deliberazione in tal modo presa debbasi pubblicare colla soscrizione del reggente la reale cancelleria; il quale avrà anche l'occhio attento acciò gli scrivani nel comporre poscia gli spacci non si discostino dalla legge. Ed a tal uopo dovrà la soscrizione del reggente esser apposta la primiera; quella del viceré la seconda". Con tale ordinazione venivano le sublimi incumbenze del consiglio di stato commesse ai maestrati maggiori del luogo; al giudizio dei quali potea, è vero, nuocere talvolta quella rigidezza di inflessibile dottrina che acquistasi nella severa applicazione delle leggi alle private ragioni; ma giovava più di frequente l'esperienza dei negozi pubblici, la gravità del senno e dell'età, la fiducia e venerazione del pubblico. Il perché se questa legge fu poscia meglio accomodata all'importanza, moltiplicazione e natura dei pubblici affari, non perciò deesi lasciare di commendarne l'utilità e la saviezza.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187