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      Questo stabilimento se fruttò in ogni altro rispetto, dovette specialmente partorire i più vantaggiosi risultamenti a benefizio di coloro che dimoravano nelle terre date in feudo ai novelli signori stranieri. Smembrata tutta l'isola in signorie di questa natura, colle quali era connessa la podestà del giudizio, troppo infelice dovette esser la condizione di quei popolani fino a quando non per impedimento della legge, ma per le circostanze imperiose che faceano voltare ad altre sollecitudini il pensiero di chi comandava, furono eglino privati del rimedio del ricorso e dell'appellazione presso ai tribunali del sovrano. Dissi che non il diritto, ma i fatti ostavano; perché incognita è intieramente nella storia sarda, come nei tempi dei giudici così nella dominazione aragonese, quella maniera di feudo che obbligando solamente il signore alla prestazione d'omaggio verso il sovrano maggiore, lasciava soggetti alla podestà indipendente di quello, per rispetto alle cose civili, i vassalli delle terre. I feudi della Sardegna, benché di varia natura in quanto appartiene alle successioni ed ai proventi, furono sempre retti con una sola uniforme massima per ciò che ragguarda alla dipendenza plenaria e dei baroni e dei loro suggetti dalla sovrana autorità. Anzi non in questa sola dipendenza sta la diversità della nostra giurisprudenza feudale dalle costumanze di altre nazioni; ma nella natura ancora dei diritti. Per la qual cosa non mai furono rammentate nella tradizione delle nostre ragioni feudali quelle inumane o disonoranti consuetudini a cagion delle quali la storia dei tempi mezzani non presenta al lettore, nel riguardo avuto alle leggi le più sagrosante, relazioni o più umane o più pudiche della storia augustale [1371] . Nondimeno non bastava la moderazione dei principii se le leggi non ne spiegavano, se le circostanze pubbliche non ne permettevano l'applicazione.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Sardegna