Pagina (561/1187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      L'inopia del tesoro aragonese non permetteva il più delle volte che con mezzi ordinari si apprestassero le spedizioni. Ricorrevasi dunque agli straordinari; e ponevansi pegno le provincie e città dei regni del continente; senza considerare che, occupata qual era l'isola allora dagli antichi magnati sardi e dai nuovi vassalli d'Aragona, scarso assai presentavasi il pro fiscale da trarsene; o molto lontana e dubbia la speranza di poter col tempo ricompensare l'indugio.
      Non dee pertanto far meraviglia se l'attenzione impiegata dai sovrani d'Aragona nel munire le castella, nel sostentarvi le necessarie soldatesche non siasi in quei primi secoli giammai rallentata. Sorgevano perciò sotto i loro auspizi le mura di Lapola in Cagliari ed afforzavasi quella rocca; e l'importante fortezza d'Alghero coronavasi di nuovi propugnacoli; ed innalzavasi il nuovo castello in Sassari e gli altri luoghi muniti per la guerra restauravansi [1384] . Cessate le guerre intestine, non cessava in quel rispetto la sollecitudine dei sovrani; e nel regno di Carlo V e dei successori suoi lo spirito stesso di curare il buono stato delle fortezze conservavasi inalterato. Solamente pel minor bisogno che si sentiva allora di milizie straniere commettevasi la custodia del regno al valore ed alla fede degli isolani. Né male tornò alla signoria quella confidenza; ché ben manifestarono i Sardi e nell'incursione di Renzo da Ceri, e nell'invasione di Oristano, e nei frequenti scontri coi Barbareschi, come gagliardamente agitassero eglino le armi e destramente percuotessero l'inimico.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Aragona Aragona Lapola Cagliari Alghero Sassari Carlo V Sardi Renzo Ceri Oristano Barbareschi