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      Né poca fu la parte che questa legione ebbe nel primo felice incontro delle truppe comandate dal prode ed infelice Arembergo cogli eserciti di Nassau. Quantunque abbia nociuto poscia a quell'animoso capitano l'ardenza stessa delle sue truppe, e delle sarde specialmente, che ad alte voci provocando un combattimento maggiore trascinarono a malincuore il generale ad ascoltare non la fredda ragione, che gli facea conoscere esser quel momento per molti rispetti inopportuno ad una battaglia ordinata, ma il cieco impeto delle soldatesche; utilissimo quando seconda, fatale se spinge le deliberazioni del duce [1403] .
      Non solamente si mostrarono i Sardi sudditi devoti ogni qual volta fu d'uopo esporre la loro persona a difesa ed a gloria dei loro sovrani, ma eziandio sempre quando poté giovare alla causa del re il sagrifizio delle loro sostanze. Non intendo io qui toccare di quelle offerte le quali, benché appellate col nome di donativi, erano destinate ai bisogni dell'amministrazione o della difesa dello stato sardo; perché di ciò da me si scriverà in altro luogo più acconcio, quando darò contezza delle entrate del pubblico tesoro. Rammento solo in questo luogo quelle straordinarie largizioni colle quali aitavasi il sovrano a sopperire agli impegni che non aveano rispetto nissuno all'isola. Fra queste si possono annoverare in primo luogo i presenti periodici che faceansi dalla Sardegna nelle occasioni dei maritaggi o delle incoronazioni dei reali di Aragona e di Castiglia. Ma siccome questi erano meno offerti che dovuti, poiché alla Sardegna erasi estesa la consuetudine degli altri regni aragonesi, perciò mi contento di darne un cenno.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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