Pagina (579/1187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Infatti ad uno di essi chiamato don Pietro Martínez Rubio si dovettero alcune istruzioni ed ordinamenti ragguardanti all'interesse del tesoro, che per lungo tempo furono in pregio. Al vantaggio dello stesso tesoro furono pure indiritte le cure del visitatore Monserrato Rossellò. Maggiore fu sopra gli altri la riputazione di vigilanza di senno e di zelo che lasciò di sé fra noi il visitatore Martino Carrillo, del quale mi toccò altra volta di dar contezza. Onde si può ben asserire che per l'opera di tali visitatori siasi qualche volta nel governo dell'erario sardo fra le dissipazioni e l'inerzia tramezzata la regola e la diligenza [1431] .
      La decadenza delle ricchezze fiscali trasse con seco la ruina delle ricchezze municipali. Le città erano state considerate con particolar favore dai sovrani d'Aragona fin da quando era stata ciascuna di esse sottomessa alla signoria. Sia che fosse un principio della loro politica il gratuirsi gli abitanti di quei luoghi nei quali raunavasi il fiore della nazione; sia che dopo la generale divisione delle terre non restasse loro altra opportunità di beneficare i novelli sudditi, mostrarono eglino un vivo impegno di privilegiare le città con ispeciali grazie. Estesero perciò al governo delle cose pubbliche delle città sarde le leggi di Barcellona; e perfino quelle consuetudini di privata ragione che introdussero per lungo tempo nell'isola una dissomiglianza nel valore e nell'esercizio di alcuni diritti civili; affinché siccome nissuna cosa fallava al paragone colle città catalane nei favori, nissuna cosa mancasse nella fede.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Pietro Martínez Rubio Monserrato Rossellò Martino Carrillo Aragona Barcellona